GUATEMALA-MEXICO solo ida, Diario di bordo, Dia 11 y 12
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Oaxaca, la città del verme nella bottiglia
Dire qualcosa di Oaxaca de Juarez senza cadere nei banali complimenti è un'impresa ardua. Capitale dello stato omonimo a sud del Messico, la città è uno snodo cruciale di tradizioni culturali e gastronomiche. Il suo centro è patrimonio Unesco e percorrendolo non si fatica molto a capire il perché. Ci arriviamo dopo un tortuoso viaggio dalla costa a bordo di un furgoncino scomodo che ci lascia in un minuscolo terminal alle 5 del mattino. Troppo tardi per dormire ancora, troppo presto anche per far colazione e permanenza che non si preannuncia sotto i migliori auspici, dato che appena arrivati in molti ci guardano strani perché non abbiamo riservato neppure un letto per quei giorni di stagione altissima. L'incubo di dover finire in qualche posto dove tolgono un occhio della testa o ancora peggio la ripartenza prematura sono quanto mai concreti e già durante la mia prima breve permanenza in Messico avevo visto Oaxaca praticamente solo di striscio.
La città è qualcosa di eccezionale e conservata in maniera esemplare. Oaxaca è il tempio indiscusso del cioccolato messicano e del Mezcal di prima qualità, per chi non lo sapesse, la bevanda ricavata dalla pianta Agave e che si presenta in molte delle sue versioni con il caratteristico gusano (verme) nel fondo della bottiglia. Passeggiando tra i suoi vicoli si fa un viaggio spazio temporale nell'epoca barocca e si ritorna in fretta al presente fatto di luci, canti tipici a ogni angolo di strada e civiltà pulsante. È un luogo nel quale molte famiglie passano gli ultimi giorni dell'anno, dove, come nella maggior parte del Paese, si può girare tranquillamente nelle ore notturne e dove si viene letteralmente investiti da una coltre di odori provenienti dalle centinaia di chioschi che cucinano tlayudas oaxaqueñas, tacos, quesadilla e tutto quello che fa della cucina messicana qualcosa di impossibile da rinunciare una volta provato.
Oaxaca, la città del verme nella bottiglia
La buona sorte è dalla nostra però, dato che a furia di chiamare ostelli, spunta una disponibilità in una struttura non troppo lontana da dove ci troviamo per 200 pesos a notte. Mentre il sole sorge sulla città, arriviamo nei pressi dell'ostello e ci rendiamo conto che ce n'è un altro, molto più psichedelico e di cattivissimo gusto a giudicare dai colori, che potrebbe interessarci. La spuntiamo per 100 pesos a notte e i titolari si riveleranno di una disponibilità disarmante, come sempre da quando sono arrivato in Messico. È straordinario come quando si tratta di accoglienza, le persone qui siano veramente disposte a tutto pur di far sentire uno straniero a casa.
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