PERÙ - Lago Titicaca, vivere galleggiando a 4000m di altitudine
C'è una cosa che non manca mai nella mia giornata da tre/quattro anni a questa parte.
Un momento nel quale mi pongo davanti a un mappamondo, che sia quello in carta che mi accompagna ormai da un po' o Google Earth.
Adoro Google Earth, perché mi dà veramente l'impressione di tenere il mondo in un palmo di mano e di poterlo maneggiare come meglio credo. Un minuto sono a Cuenca, l'altro sono in Qatar, nel Bahrein, in Nepal e un attimo dopo nella Striscia di Gaza, in Afghanistan, in Iran, posti che visti da una mappa interattiva non restituiscono gli orrori che in essi quotidianamente compie l'animo (dis)umano.
Un colpo al trackpad del mio Mac (il mouse per quelli che ancora usano computer paleolitici) e il mondo ritorna nella mia posizione attuale (vale a dire Cusco).
Dopo il ritorno dalla città perduta di Machu Picchu, due giorni di lavoro e di rifiatamento dopo le lunghe camminate mi trattengono un po' più del dovuto nella capitale Inca, prima di rimettere lo zaino in spalla e di posizionare ancora la bussola a sud.
Il tragitto Cusco-Puno è fatto di 8 ore abbastanza lineari di autobus durante le quali, grazie a un venditore ambulante di cibo, assaggio un paio di deliziose patate ripiene di verdura, che mi prometto di provare a cucinare quando sarò tornato a casa.
Puno non è una località turistica e non ha la pretesa di esserlo, ma è la destinazione naturale per tutti coloro che vogliono navigare nel lago che si divide tra Bolivia e Perù.
Le Uros sono isole galleggianti costruite e ricostruite utilizzando canne di totora, che per le tribù che ancora popolano le isole sono addirittura commestibili.
Situata a 35 km dalla costa peruviana del Titicaca, da queste parti abitano 2000 persone circa suddivise in 365 famiglie che vivono circondati da eucalipti e cipressi, in un'isola a oltre 4000m metri di altitudine.
Gente semplice e ospitale che vive coltivando mais, orzo, fagioli e patate e che, nonostante l'invasione giornaliera di turisti curiosi, ha mantenuto uno stile di vita tradizionale in un luogo dove non esistono strade, veicoli a motore o linee elettriche.
Il divorzio, sebbene non sia espressamente proibito, è
qualcosa di assolutamente malvisto. Questo per via dell’eccezionale
natura che ha il percorso che porta al matrimonio stesso.
I due giovani che
intendono sposarsi, prima di farlo, devono convivere nella stessa casa
per almeno tre anni per imparare a conoscersi. Alla fine di questo
periodo, sono liberi di decidere se mettere l'anello al dito o no.
I rapporti sessuali sono considerati come qualcosa di naturale e
fanno parte delle esperienze necessarie per testare la futura armonia di
coppia e non hanno natura vincolante, fatto salvo il caso in cui si
concepisca un figlio, avvenimento che obbliga la coppia a recarsi all'altare.
Ho giusto il tempo di dare un'occhiata alla Bolivia e prometterle che ci vedremo prima o poi, ma non ancora, considerando che questo sarà il punto più a sud raggiunto fino ad ora.
Di questo passo e con le dovute proporzioni, arriverò alla Terra del Fuoco (destinazione naturale per chi gira sempre lo sguardo verso sud) nel giro di tre anni.
Non c'è fretta.
Come dico spesso, l'importante non è la destinazione.
L'importante è poter essere vivi per raccontare il cammino.
Pictures by Tanja Di Piano ©
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