IN COLOMBIA! Affrontare la realtà a Bogotà
Si insinua nelle narici da un angolo all'altro delle strade che incrociano la centralissima e sempre affollata Karrera 7, come se ci si trovasse in un enorme bagno pubblico.
I palazzi che fanno da sfondo alle piazze principali si mostrano fatiscenti e trasandati, mentre innumerevoli vagabondi e senzatetto incrociano il cammino con i cittadini e i turisti che passano da quelle parti.
Non mi ricordavo una Bogotà così sporca, dall'ultima volta che ci ero stato, nè una città con tanta povertà disseminata un po' dovunque. Da queste parti lo smaltimento di rifiuti è stato un pretesto per cacciare un sindaco, riuscendo nell'assurdo record di cambiarne tre nell'arco di sole ventiquattrore. Non è per questo pero' che Bogotà appare sudicia.
Bogotà è lo specchio tristemente fedele della realtà e di quanto il fatto di non vedere una piaga porti inevitabilmente a pensare che essa non esista.
Ma esiste.
Bogotà la sbatte in faccia a chiunque passi da quelle parti violenta come un pugno nello stomaco, rendendo impossibile ignorarla. Carcasse umane giacciono infatti praticamente a ogni angolo della strada, portando sulla faccia e sul corpo i segni indelebili di una vita passata all'addiaccio.

Il dibattito è infinito, ma fare i conti con la povertà in maniera così evidente mette davvero alla prova il fegato.
Bogotà però non è peggio di Milano o Napoli. È solo più sincera.
Chi pensa che la vera Milano sia il quartiere Isola con la lussuosa torre dell'Unicredit che svetta verso il cielo con il suo spillone (che sembra un ago conficcato nel culo di Dio), chieda informazione a qualsiasi lavoratore dell'Autogrill della Stazione Centrale che inizia il turno alle 5 del mattino, costretto a fare lo slalom tra i barboni che trovano riparo nel mezzanino della stazione per aprire il bar.

Bogotà è vera in questo. Mostra le contraddizioni umane senza vergogna, costringendo chiunque a fare i conti con la povertà e con la microcriminalità.
Bogotà è infatti inevitabilmente pericolosa, soprattutto nelle zone più frequentate, che come in un disegno sadico confinano con i barrios più popolari, quasi a dare l'opportunità ai più poveri di attraversare la strada e vendicare su coloro che hanno più risorse il loro stato precario.


Bogotà è una città che non si nasconde dietro nessun salotto buono, dove le cicatrici sono visibili alla luce del sole e girando lo sguardo dall'altra parte se ne vedranno inevitabilmente delle altre. Certo, si possono tenere gli occhi chiusi e sperare che le cose scompaiano, ma sarebbe come cancellare un continente su una mappa geografica e convincersi che non esista più di colpo, come se l'America non fosse esistita anche prima che qualcuno l'avesse scoperta e disegnata su una cartina.
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