Greetings from Prague
Mi
guardo intorno con l’atteggiamento di chi non si scompone più di tanto solo
perché sa che da un momento all’altro si risveglierà nel suo confortevole letto
di casa dopo l’ennesimo sogno.
Che
logica può avere del resto un francese e un italiano che parlano inglese in
Boemia sotto lo stesso tetto senza conoscersi? Forse la stessa di un italiano
che scrive stronzate per un’agenzia che ha sede a Los Angeles dal Sud
America. Ah, dimenticavo. Sono la stessa
persona.
Il mio mondo è impazzito ormai da un bel po’. Qualcuno dal piano di sopra ha mischiato alcuni fili senza avvisarmi e adesso è normale aprire il lucernario di una casa nel centro di Praga per guardare il sole che sorge sulla Moldava.

Il CouchSurfing è questo.
Andare in un luogo sconosciuto, incontrando sconosciuti, che in due giorni fanno diventare qualcuno un cittadino di un luogo come se vivesse lì da mesi, con una chiave da infilare nella toppa di una porta come se fosse quella di casa propria e qualcuno che lo aspetta e con il quale bere una bottiglia di vino.L’apogeo della normalità, ma proiettato in un registro completamente diverso, nel quale sorprendersi della bontà delle persone è divieto assoluto.
Sarò lo stesso che solo fino al mese scorso era circondato da latino americani che gli facevano notare la sua maniera “argentina” di parlare lo spagnolo? Fino a prova contraria un gemello ce l’ho sul serio. Può anche essere che sia lui in incognito a farsi il giro del mondo, lasciando una copia di sé a fare il padre di famiglia e il marito premuroso.
Perché Praga?
Beh,
perché no?


Con
il Couchsurfing Praga è Medellin, Bogotà è Quito, Trinidad è Londra, Caracas è
Cuenca, Los Angeles è Birmingham, Santiago de Cuba è Cali, San Diego è Las
Vegas, San Francisco è Esmeraldas e L’Avana
è New York. Tutte così diverse da
avere alcuni punti in comune: l’ospitalità senza un secondo fine, la ricerca
della normalità attraverso qualcosa di eccezionale e un aspirante viaggiatore che le ha
visitate tutte nel giro di due anni senza spendere un soldo di albergo (questo
per quelli che ancora pensano mi sia arricchito).
È il
vivere social: pochi soldi necessari alla sopravvivenza e un carico di umanità
di un valore inestimabile per inseguire la normalità nelle condizioni meno
normali possibili.
La
normalità della grande famiglia che può diventare il mondo, se ammirato con gli
occhi bene aperti.


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