La condanna di essere liberi
Ho visto
cose che pensavo non esistessero più, altre che non ritenevo più possibili.
Ho visto la
famiglia Griffin di Family Guy trasformata in una serie di maiali d’appartamento
utili per allietare il risveglio e conciliare il sonno dei più piccoli.
Ho rivisto
spot pubblicitari che potrebbero benissimo essere collocati quindici anni
indietro nel tempo. A parte un router mobile al posto di un telefonino a forma
di telecomando non cambierebbe praticamente nulla.
Ho visto un
anziano signore fare colazione al bar additando Casaleggio come il male
assoluto e dicendo testualmente “Io non voto per i fascisti”, mentre
squillavano sul suo cellulare le note di Faccetta Nera.
Ho visto
persone oberate dagli impegni che quando dici loro di prendersi un minuto per
una passeggiata ti guardano come se fossi appena atterrato da una navicella
spaziale rispondendoti: «Beati quelli come te che non fanno un cazzo. Dovresti
provare ad alzarti alle cinque del mattino e fare quello che faccio io, vorrei
vedere se poi ti viene ancora voglia di farti una passeggiata.»
In realtà,
con buona pace loro, mi sono alzato presto per anni facendo qualcosa che non mi
andava di fare, fino a quando mi sono reso conto che buttare nel cesso la vita
non è una virtù e fare qualcosa per cui ci si sente obbligati non è nulla di
cui andare fieri.
Ho
sviluppato ormai una certa intolleranza profonda per coloro che quando li
cerchi non li trovi mai e che ti fanno aspettare settimane per una risposta a
un messaggio o a una mail.
Di solito
sono gli stessi di cui parlavo poco fa, che ti dicono che non hanno neppure il
tempo per pisciare, ma quello per rincoglionirsi su un divano la sera davanti a
uno schermo al plasma lo trovano eccome.
Così sono
arrivato a una conclusione banalissima. Non sono io quello libero, solo perché
posso far si che gli impegni mi seguano e non il contrario. Sono gli altri che
sono in catene.
Non tutti
ovviamente e per fortuna ma esistono,
e sono molti. Troppi. In catene imprigionati in un sistema che odiano e che
alimentano in egual misura, lo stesso sistema che poi gli dà modo di sfogare la
loro pressione lamentandosi o indignandosi perché un politico compra le mutande
con i soldi pubblici, mentre qualcuno li sta pugnalando alle spalle e sta
privando di aria per respirare loro e le loro prossime generazioni.
Un motivo
per guardare il bicchiere mezzo pieno però lo si trova sempre se si cerca.
Ha
l’aspetto di un arzillo 74enne che per provare qualcosa di nuovo si iscrive a
Bla Bla Car, servizio di car pooling online che mette in comunicazione chi
viaggia in automobile con chi ha bisogno di un passaggio. Una sorta di
Couchsurfing mobile dove la fiducia verso il prossimo è la vera arma di
distruzione contro il vecchio sistema.
La
rivoluzione è già in atto.
La guerra è
già vinta in realtà.
Quello che
manca a volte è semplicemente riuscire a riconoscere che ce l’abbiamo davanti a
noi, aprire gli occhi e prenderne atto.
Il popolo
può trovare sempre un modo per aggirare coloro che detengono il controllo del
potere, raggirare il sistema arrivando al punto in cui chi comanda è costretto
ad adattarsi al sistema raggirato.
Miliardi di
persone che usano il Couchsurfing per dormire in vacanza costringerebbero gli
Hilton a cercarsi un altro modo di arricchirsi e le proprie figlie a fare le
verduriere.
Utopie?
Ovviamente, è per questo che vale la pena parlarne. Di cose normali tutti ne
hanno bisogno, ma si finisce con il dimenticarle in fretta per cercarne delle
altre, mentre le cose impossibili sono quelle che permettono a una mente di
sognare ancora.
La verità
però è che il modo per essere liberi ce l’abbiamo davanti agli occhi ma non lo
vogliamo vedere. I nostri occhi non lo decodificano. In questo modo possiamo
accettare il fatto che la normalità è quella vita che comprende molti
sacrifici, miliardi di ore passate su qualcosa che si odia aspettando il giorno
in cui si potrà fare qualcosa che si ama, mettendolo lentamente ma
inesorabilmente in secondo piano fino a dimenticarsene e scagliarsi contro chi
quella normalità proprio non la accetterà nemmeno fra cent’anni.
Chi ancora
pensa che la vita inizi veramente quando si fa qualcosa che si ama per renderla
meravigliosa, che è convinto che una passeggiata nei boschi o in spiaggia d'inverno sia
qualcosa di fondamentale senza aver l’impressione di perdere tempo e che
soprattutto ancora pensa che essere liberi sia la
vera virtù.
Ps: Si, avevo detto che questo blog se ne andava un po' in vacanza, ma avevo voglia di scrivere. È una cosa che mi succede da sempre.
Ps: Si, avevo detto che questo blog se ne andava un po' in vacanza, ma avevo voglia di scrivere. È una cosa che mi succede da sempre.
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