21/11/21 - Esce l'audiobook di ITALIA con la splendida interpretazione di Stefania Patruno

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ECUADOR, Un Paese che non mi lascia andare via




Ammetto che ci ho provato ad andarmene.

Magari non in maniera molto convincente, considerando che arrivato alla frontiera peruviana mi hanno rimandato indietro, complice un banalissimo errore di calcolo relativo ai miei giorni di permanenza in Ecuador.

No, in realtà non era mia intenzione andarmene, almeno non per adesso.

Bisogna sapere che qui, a differenza della maggior parte degli altri stati civili, dove si può prorogare il permesso di soggiorno da turista, sono molto fiscali riguardo ai canonici tre mesi da visitatore.
 Un cittadino straniero che non appartenga alla Comunità Andina può fermarsi in Ecuador per turismo 90 giorni ogni 365, nessuno escluso, almeno secondo quello che sono riuscito a capire dalla confusione della burocrazia di queste parti.

Negli ultimi giorni infatti, preso coscienza di essere diventato un clandestino al quale manca solo il barcone, (sono in Ecuador da 105 giorni effettivi) sono stato sbattuto da una parte all'altra delle varie sedi istituzionali riservate agli immigrati, dalla frontiera di Huaquillas all'ufficio immigrazione di Cuenca, che mi ha spedito al Ministero degli Esteri e dal quale mi hanno gentilmente informato che io DEVO uscire dal Paese.

In questo modo dovrei fare richiesta, da un consolato ecuadoriano in terra straniera, della proroga per fermarmi, a prescindere che lo voglia fare o meno considerando i giorni in più di permanenza da coprire per non rimanere illegale.

Ho chiesto aiuto anche all'ambasciata italiana a Quito, che per telefono è stata molto lapidaria, rimandandomi all'ennesimo ufficio immigrazione di Cuenca al quale spiegare la mia situazione. Secondo loro infatti, i consolati e le ambasciate ecuadoriane all'estero non rilasciano visti e proroghe, contraddicendo quanto affermato dal Ministero degli Esteri.

Durante tutta questa confusione generale (direbbe il buon Lino Banfi), una domanda mi sorge spontanea: qualcuno sa se e come si può regolarizzare la posizione (e poi decidere se prolungare il soggiorno o meno) senza essere sbattuti fuori dall'Ecuador e senza che mi si impedisca l'ingresso per 10 anni? Alla frontiera peruviana infatti mi hanno spiegato esattamente questo: loro non mi impediscono di uscire, ma mi impediscono di rientrare per 10 anni se non regolarizzo la mia posizione illegale. Il rischio  è che una volta uscito, nessuno mi faccia regolarizzare la posizione, bannandomi dal Paese per 10 anni.

C'è qualcosa che mi trattiene qui. Qualcosa di meraviglioso.

Allo stesso tempo sono nella paradossale condizione di chi deve uscire al più presto, correndo il rischio di doversi dimenticare di come è fatto questo Paese al fine di poterci rientrare, considerando l'inaffidabilità della burocrazia locale, che funziona a seconda di come ci si sveglia al mattino.

Non ho nessuna intenzione di andarmene dall'Ecuador con questo rischio, ma è quello che con tutta probabilità dovrò fare al più presto prima che mi deportino al mio Paese.

Forse solo questo mi potrebbe far tornare in patria.

http://www.youtube.com/watch?v=Y9ix30eyXTY

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