CUBA, L'altra faccia della medaglia del castrismo
Mathias vive a Trinidad, citta’ che a livello temporale e’ rimasta ferma al 1800. La contaminazione della modernita’ e’ stata perpetrata solamente dall’arrivo del turismo che ha trasformato una vecchia cittadina coloniale in un patrimonio mondiale dell’umanita’. Gli edifici non hanno subito nessun mutamento, caratterizzando con la loro longevita’ la vita moderna della citta’. Mathias incontra parecchi turisti giorno e notte. Turisti attratti da un posto dove le lancette del tempo si sono fermate e altri che hanno scelto Trinidad solo perche’ cosi’ diceva di fare Lonely Planet.
Yamila vive a Trinidad da quando e’ nata 21 anni fa. Quando Yamila e’ venuta al mondo l’idea della Revolucion si accingeva a sfilacciarsi come un maglione utilizzato troppe volte. Erano tempi di periodo speciale, dove scarseggiava ogni bene di prima necessita’ e l’Unione Sovietica si era portata via con il suo crollo l’appoggio all’isola cubana. Secondo lei il socialismo di Cuba e’ destinato a morire insieme al suo piu’ significativo rappresentante.
Robert non vive a Trinidad. Lui da queste parti ci lavora soltanto. Le sue abilita’ artistiche sono messe alla merce’ di qualche turista con la luna dritta che gli lascia qualche CUC di mancia dopo la sua esibizione in un ristorante del centro. Farebbe a meno di esibirsi con canzoni tipiche del posto cantate fino a odiarle per intrattenere coloro che nella maggior parte dei casi neppure capiscono. Il suo primo amore pero’, il reggeaton, non gli permette di vivere e la musica per Robert non e’ solo un passatempo. Un figlio avuto quando era troppo giovane e una madre malata lo legano a Cuba piu’ di quanto gia’ non faccia il proibizionismo di Castro, che con stipendi miseri praticamente impedisce a ogni cubano che non ha contatti con l’esterno di lasciare l’isola, rendendola praticamente una galera. Robert vuole vedere il mondo, il mondo lo apprezzerebbe volentieri, ma ci vuole un motivo valido per lasciare il fortino cubano e questo motivo ha il colore dorato di una fede nuziale.
Mathias vive di espedienti. Non puo’ permettersi di arrivare alla fine del mese con uno stipendio di 280 pesos che basta al massimo per una settimana di comida a base di riso e pollo. Ci addesca con la piu’ classica delle domande sulla nostra provenienza mentre assistiamo a un concerto mattiniero di un gruppo di musicisti da strada. Insiste fino all’inverosimile per farci cenare a casa di un’amica che ovviamente non lo sa. E’ un vecchio espediente per guadagnare qualche dollaro su ogni commensale al quale pero’ non abbocchiamo ma che ci porta a una riflessione. Mathias ci dice qual e’ in realta’ il suo espediente principale per potersi permettere di vivere. Conoscere i turisti e farsi lasciare qualsiasi capo di abbigliamento che loro non utilizzano per rivenderlo. In un’altra situazione non sarei mai stato caritatevole. Odio la carita’. Ho sempre pensato che regalare un dollaro renda schiavo chi lo riceve e insegnare a guadagnarselo renda indipendente chi apprende. In questo caso cedo all’insistenza del giovane e gli regalo una maglietta e un paio di pantaloni che mi occupavano solo spazio nello zaino.
Yamila fa la prostituta. Addesca turisti negli angoli bui delle vicinanze di un locale per stranieri di Trinidad. La sua tariffa e’ di 60 CUC, il corrispettivo di cinque stipendi cubani. Una puttana d’alto bordo si direbbe in gergo. Dice di farlo finche’ non trova qualcuno che invece dei soldi le dona la possibilita’ di scappare da Cuba e non tornarci piu’. Dopo avermi braccato e aver constatato che non avrei accettato a nessuna delle sue proposte mi chiede che cosa ci trovo di bello a venire in un posto decadente e abbandonato dal mondo come il suo paese. Le rispondo che in occidente la gente e’ sempre piu’ sola perche’ si circonda sempre piu’ di cose e sempre meno di persone. Mi risponde che almeno non ha problemi economici, denotando tutta la sua ignoranza in materia. Potremmo andare avanti a oltranza a controbattere, ma lei preferisce dedicare il suo tempo a qualche pollo da spennare. Non riesco a evitare di dirle di non buttarsi via cosi’ per qualche dollaro. Un muro mi avrebbe dato di piu’ l’impressione di aver capito il messaggio.
Robert, Mathias e Yamila continueranno a vivere nelle loro prigioni senza sbarre o finestre, come detenuti ai quali di tanto in tanto viene concessa un’ora d’aria per poter vedere persone che stanno al di fuori del fortino nel quale sono costretti a vivere la loro vita. Un’ora d’aria che serve piu’ che altro a ricordare loro quanto siano condannati da dietro le sbarre a vedere uno spiraglio di mondo che possono solo immaginare.
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